muscolo bicipite

Uno dei muscoli più importanti del braccio e il bicipite brachiale. Molto famoso nell’immaginario comune dell’ambiente palestra, perché è quello che viene allenato di più durante i vari programmi.

Muscolo antagonista del tricipite, insieme compongono il nostro braccio. Conosciamolo meglio e analizziamolo dal punto di vista anatomico, valutando gli esercizi adatti per stimolarlo e rinforzarlo.

Bicipite brachiale, origine e inserzioni

A differenza di quanto si possa credere il bicipite brachiale è formato da due capi muscolari: capo lungo e capo breve del bicipite.

L’origine varia a differenza del capo che si va ad analizzare. Dal tubercolo sovraglenoideo della scapola nasce il capo lungo del bicipite, mentre quello breve ha origine dal processo coracoideo della scapola.

Entrambi i fasci muscolari descritti si uniscono a livello della tuberosità deltoidea dell’omero e uniti da un tendine unico, si inseriscono nella tuberosità del radio e sulla fascia frontale dell’avambraccio dalla parte dell’ulna.

Capo lungo del bicipite: un muscolo fortissimo

Il capo lungo del bicipite è una porzione di muscolo in grado di esprimere una forza elevata a differenza del capo breve, che risulta meno performante a livello neurale.

Per la sua qualità anatomica e la localizzazione, fa da supporto all’azione di stabilizzazione della testa dell’omero insieme alla cuffia dei rotatori. Oltre a questo ha il difetto di lesionarsi frequentemente.

Il motivo per il quale sovente ricade in lesioni è una conseguenza della sua localizzazione. Analizzandolo anatomicamente infatti vediamo che si inserisce sul tubercolo sovraglenoideo della scapola e attraversa due piccolissimi tunnel ossei dell’omero, chiamati spazio sub-acromiale e solco intratubercolare.

Nonostante esso sia rivestito da guaine che ne limitano gli attriti e facilitano lo scorrimento, purtroppo per motivi di degenerazioni riguardanti l’età, carichi eccessivi o esercizi mal eseguiti, il rischio di tendinopatie è alto.

Si trova a stretto contatto con il muscolo deltoide e in caso di dolore dell’articolazione della spalla, bisogna ricercare le cause in una sua ipotonicità. La soluzione risiede in un programma di riabilitazione e riprogrammazione terapeutica dei parametri allenanti per il muscolo bicipite brachiale.

È infatti risaputo che nella maggior parte dei casi di dolore alla spalla, il problema nasce da una sua scarsa tonicità, e che in scompenso con gli altri fasci muscolari adiacenti, porta a problematiche tali.

dolore alla spalla

Muscolo bicipite brachiale: funzioni e biomeccanica

Il muscolo del bicipite brachiale per la sua localizzazione anteriore ha il compito di flettere la spalla e assistere il movimento di abduzione, per mezzo del suo ventre capo lungo.

Come specificato in precedenza, il muscolo del braccio grazie al capo lungo, risulta anche come il più potente e importante flessore del gomito, che riproduce grazie a questo movimento in sala pesi, tutti gli esercizi adatti al suo rinforzo.

Analizzando più nello specifico la sua collocazione possiamo dire che fa parte della famiglia dei muscoli biarticolari, che hanno la capacità di muovere due articolazioni distinte, in questo caso spalla e gomito.

Questa sua particolarità permette di compiere gesti funzionali come trazioni o esercizi di arrampicata. Ricordandosi che tra le sue capacità, c’è la flessione della spalla e del gomito, le articolazioni durante questi esercizi si allungano (spalla) o si flettono (gomito).

Grazie a questa combinazione di movimenti il muscolo bicipite è in grado di esprimere molta forza, perché non raggiunge mai il massimo allungamento o il massimo accorciamento, rendendolo un vero e proprio capolavoro di anatomia.

trazioni alla sbarra

Muscolo bicipite brachiale: come allenarlo

Per allenare in modo efficace il gruppo muscolare in questione semplifichiamo gli esercizi per i bicipiti in due categorie differenti: multiarticolari e monoarticolari.

Esercizi multiarticolari per il bicipite brachiale

Gli esercizi multiarticolari sono tutti quelli che prevedono l’utilizzo di più articolazioni. Principalmente consideriamo gli esercizi di tirata e tra questi elenchiamo:

  1. trazioni;
  2. lat machine presa supina;
  3. pulley;
  4. rematore bilanciere;
  5. rematore manubri.

Durante l’arco del movimento degli esercizi sopra elencati, il bicipite ha il compito di flettere il gomito in sinergia con il muscolo del gran dorsale e del grande rotondo.

Come già spiegato precedentemente nell’articolo, il muscolo bicipite mantiene un’attivazione costante durante tutto il ROM, mantenendo invariata la capacità di esprimere la sua forza sotto esecuzione.

Esercizi monoarticolari per il bicipite brachiale

Gli esercizi monoarticolari a differenza di quelli precedenti, sono quelli che prevedono l’utilizzo di una articolazione sola, in questo caso il gomito.

Il bicipite brachiale durante questi esercizi svolge un ruolo da protagonista nella flessione dell’articolazione, partendo con la spalla in posizione neutra o flessa a 90°.

Comunemente gli esercizi per allenare il bicipite brachiale vengono nominati con la desinenza “curl”.

Ognuno di loro ha diverse varianti d’esecuzione, tra le quali una funzione basilare è a carico dell’avambraccio che può rimanere in posizione neutra prona o supina.

Tra questi esercizi i più famosi sono:

  1. curl a panca 45°;
  2. curl in piedi o seduto con manubri;
  3. curl in piedi o seduto con bilanciere;
  4. panca Scott;
  5. spider curl su panca.

Conclusioni sul muscolo bicipite brachiale

Come accennato prima, nelle varianti è giusto associare la supinazione dell’avambraccio, la neutralizzazione o la pronazione per variare gli stimoli allenanti.

Il muscolo bicipite brachiale e ricercato all’interno della sala pesi in modo quasi ossessivo e raggiungere grandi risultati è l’obiettivo della maggior parte degli utenti.

La paura di imbattersi nella situazione in cui le braccia sono carenti è sempre alta, e il consiglio di alternare le varianti potrebbe essere un’arma a nostro favore.

Come ogni muscolo, il bicipite brachiale deve essere allenato in modo progressivo ed intelligente. Consigliabile inserirlo all’interno di programmazioni studiate e modulate in base all’anatomia dei soggetti.

Sovra allenarle pensando erroneamente di migliorare la loro forma, potrebbe non portare nella direzione sperata.

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